lunedì 1 luglio 2019

nebbia




Il suono insistente della sveglia mi costringe ad alzarmi.
Come ogni  mattina starei volentieri a letto tutto il giorno. Da quando lei
 non è più qui con me ho perso l’entusiasmo per la vita.
Non si possono dimenticare cinquant’anni anni passati insieme e continuare a vivere senza lei come se tutto fosse normale.
A malincuore lascio il letto, cerco di inforcare gli occhiali che ripongo sempre ogni sera prima di coricarmi sul comodino, mi sfuggono e finiscono sotto al letto. Li trovo a tentoni e li posiziono sul naso.
Qualcuno potrebbe pensare che la mia vita sia monotona. Gli stessi gesti, le stesse cose fatte ogni giorno. In realtà non lo è affatto perché per me io considero rassicurante che ogni giornata sia uguale all’altra.
Scendo le scale e un ricordo mi annebbia la vista, mi sembra di vedere lei mentre ostinatamente sale con le borse della spesa evitando l’ascensore. Le fa paura. Ecco, ci sono cascato ancora.
Devo abituarmi a dire ‘Le faceva paura’.
Sospirando esco dal portone del palazzo e noto una strana nebbia che avvolge ogni cosa. Mi avvio per le strade che costeggiano e poi attraversano i giardini pubblici e guardo con stupore le persone tranquillamente sedute sulle panchine che leggono il giornale, come ogni giorno. Mi chiedo come sia possibile con questa nebbia così fastidiosa.
Arrivo al cimitero e, mentre sistemo e annaffio i fiori  sulla tomba di mia moglie noto che la nebbia è arrivata anche qui ad avvolgere di grigio le lapidi disposte ordinatamente in fila. Inizia a inquietarmi questa nebbia. Non s’è mai vista in questa stagione .
Ripercorro la strada verso casa con pensieri angoscianti che si affollano nella mente. Buco dell’ozono, alieni, inquinamento globale, complotti internazionali, forse bisognerebbe eliminare un po’ di traffico di automobili dalle strade.
Sempre più angosciato per la presenza di questa strana nebbia, che considero un’ anomalia nelle mie giornate sempre uguali e rassicuranti, mi fermo all’ edicola. Osservo l’edicolante che mi sorride porgendomi il quotidiano. Ma continuo a essere ancora  più sbalordito quando, al bar dove sono solito pranzare con un toast, il cameriere me lo porge canticchiando allegramente. E' pure di buonumore!
Possibile che nessuno veda e nessuno sia preoccupato per questa strana, subdola nebbia che sta avvolgendoci silenziosa ?
Osservo i passanti che proseguono tranquilli e per nulla intimoriti, mentre io non vedo l’ora di arrivare a casa per tappare porte e finestre e sentirmi al sicuro.
Salgo le scale il più in fretta possibile e, non appena mi chiudo la porta dell’appartamento alle spalle, rimango   impietrito. La nebbia. È entrata anche qui. Avvilito e spossato senza capire cosa stia accadendo, mi lascio cadere sulla poltrona.
Ora cosa faccio?  Se apro le finestre entrerà altra nebbia. Mi tolgo gli occhiali e mi passo la mano sulla fronte sudata. Poi riprendo gli occhiali e sorridendo mi accorgo che ... non hanno le lenti! Probabilmente saranno rimaste a terra accanto al letto da stamattina.

                                                          Azzurrocielo


Immagine dal web, qui