martedì 21 agosto 2018

Le due ruote



La vide una mattina mentre percorreva a piedi la strada da casa all' ufficio. 
Si intravedeva appena, sbirciando all'interno dalla vetrina polverosa del vecchio negozio incastonato tra le case del borgo. 
Che fosse vecchia lo si capiva dalla sua forma un pò antiquata.  La sella era allungata e il manubrio ampio; tuttavia non occupava molto spazio, era sistemata in un angolo davanti a una scansia di rubinetti di ottone.
Alfredo si fermò ad osservare meglio la vetrina. Gli oggetti esposti erano tanti, tutti di generi diversi e dal loro aspetto erano sicuramente pezzi di antiquariato. Si chiese se quella bicicletta che aveva attirato la sua attenzione fosse in vendita o fosse di proprietà del negoziante. L'unico modo per saperlo era entrare e chiedere. Non quel giorno però. Alfredo non aveva tempo. Aveva indugiato troppo davanti alla vetrina e  rischiava di arrivare tardi in ufficio.
Il giorno dopo uscì di casa per tempo e rimase deluso quando si rese conto che era appena spuntato il sole all'orizzonte e lui era già arrivato al negozio.
<< Che cretino sono! Sicuramente a quest'ora sarà ancora chiuso >> disse tra sè e sè.
Sbirciò all'interno della vetrina e vide la bicicletta nello stesso posto in cui si trovava il giorno precedente. Gli sembrò ancora più lucida di quanto la ricordasse . 
D'istinto abbassò la maniglia della porta d'ingresso del negozio ed entrò insieme ad uno scampanellio che segnalò la sua presenza. 
Dal retro del locale sbucò un signore anziano, un pò ingobbito, che indossava una palandrana e una papalina con una nappa penzolante.  
<< Bu...bu..buong..buongiorno>> Alfredo era talmente imbarazzato che iniziò a balbettare.
<< Buongiorno a lei, caro signore, mi dica pure. Ha visto qualcosa del mio negozio che le interessa particolarmente? >> chiese il vecchio.
<< No, anzi sì. A dire il vero vorrei chiederle della bicicletta>>
<< Ah! La bicicletta! Ottima scelta>> 
<< Veramente volevo solo chiedere se è in vendita e, nel caso quanto costa >> gli chiese Alfredo poco convinto perché sospettava che il prezzo fosse troppo alto.
<< Sentiamo, lei quanto sarebbe disposto a pagarla?>> gli chiese il negoziante lisciandosi la barba.
<< Ma non saprei, Se è in vendita avrà già un prezzo>>  
<<Dipende>>
<< Dipende ... da cosa?>> Alredo replicò un pò spazientito convinto, a quel punto, che il vecchio si burlasse di lui, come se giocasse a gatto e topo.
Con una piroetta l'anziano gli fu accanto e gli sussurrò all'orecchio:  << Dipende>>
<< Dieci euro >> gli propose deciso Alfredo.
<< Affare fatto. La bicicletta è sua. La può portare via anche ora >>.
 Alfredo non credette alle proprie orecchie e non se lo fece ripetere due volte. Pagò ed uscì quasi di corsa con il suo acquisto.
Soddisfatto salì in sella alla bicicletta   e andò al lavoro.
Nei giorni seguenti lo si vide sfrecciare in lungo e in largo per il paese, sembrava che non avesse altro da fare.
Alfredo amava quella bicicletta, perché gli bastava una piccola pedalata per percorrere un lungo tragitto, persino la salita non gli sembrava faticosa. 
Ogni giorno si allontanava sempre più in strade sconosciute pedalando felice come non lo era  mai stato fino ad allora.
Imboccò la strada provinciale che, tortuosa, attraversava il bosco. L'aria di ottobre era frizzantina e il vento sul viso era piacevole: ideale per un percorso più lungo del solito.
Alfredo si stupì di non fare alcuna fatica in salita e pensò di essere in ottima forma fisica.
Arrivò alla fine del bosco e si fermò ad ammirare  la vallata punteggiata di luci delle abitazioni in lontananza.
<< Ancora un pò e arriverò a Cantacavallo>> si disse soddisfatto.
Ripartì, ora la strada era meno tortuosa e la biciclettà sfrecciava sempre più veloce. Alfredo voleva godere la vista del paesaggio e iniziò a frenare, ma più ci provava e più la bicicletta andava veloce. 
<< Fermati, fermati >> urlò consapevole che non fosse lui ad avere il controllo del mezzo.
La bicicletta, in realtà,  aveva una vita propria e non obbediva ad Alfredo. Voleva provare l'ebbrezza di un volo e al primo tornante nonostante l'uomo sterzasse nel tentativo di seguire la carreggiata, la bicicletta tirò dritto e si librò nell'aria del precipizio .


                                                             Azzurrocielo


immagine  da: pixabay 

venerdì 17 agosto 2018

Vecchio olmo



Ammiro il tuo tronco nodoso e possente.
Mi avvicino e sotto la chioma, vecchio olmo,
mi sento al sicuro e avvolta da un'energia positiva.
Il vento calmo fa ondeggiare i tuoi rami con dolcezza e rispetto.
Ti abbraccio, vecchio olmo, perché possa ricevere la tua forza
 per affrontare le avversità.
Aiutami ad avere radici robuste come le tue.
La Vita mi potrà piegare ma, saldamente ancorata a terra,
non mi spezzerà.
Come te, caro vecchio olmo.


Azzurrocielo


immagine: da  pixabay


giovedì 9 agosto 2018

domenica 5 agosto 2018

Vorrei non dimenticare la tua voce



Vorrei non dimenticare quella tua voce dolce, con la quale a noi bambini cantavi la ninna nanna.
Certo, a modo tuo perchè devo dirlo, mamma, non eri proprio proprio intonata.
Però sono affezionata a quella melodia, un pò monotona, modellata sulle tue note che ci ha accompagnato nell' infanzia. Quasi quasi la preferisco all'originale!
Vorrei non dimenticare quella tua voce severa, con la quale ci riprendevi  quando noi bambini combinavamo marachelle.
Vorrei non dimenticare quella tua voce rassicurante, nei periodi difficili della nostra vita..
Vorrei non dimenticare quella tua voce cristallina delle risate, quella tua voce mai tremolante, mai indecisa.
Ora la sento solo dentro di me, la notte, quando il sonno fatica ad arrivare.
Vorrei tenerla stretta per sempre, come si conserva una perla preziosa perché per i visi ci sono le foto, mentre il ricordo della voce, nel tempo, si affievolisce.

                                                             Azzurrocielo

immagine:  pixabay