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(foto dal web) |
Un motivo doveva pur esserci, ma
a lei era sconosciuto. Non capiva perché i suoi compagni di scuola la prendessero
sempre in giro. Si divertivano a farla sentire ridicola, una volta era per le
sue scarpe, una volta la strattonavano
per la maglia deridendola per quella che a lei sembrava una normalissima maglia
come avevano tutti gli altri.
Spesso se lo chiedeva.
Ma perché lei
era stata presa di mira da quelli che dovevano essere, se non proprio suoi
amici perlomeno compagni di scuola? Perché non la lasciavano mai in pace? Perché
semplicemente non la ignoravano ?
C’era un posto dove era al
sicuro. In biblioteca. Ci passava i pomeriggi a fare i compiti, a leggere, a
disegnare fino all’ora di chiusura quando la bibliotecaria l’avvisava con un
sorriso che poteva tornare il giorno successivo.
Quel giorno non aveva compiti,
ormai mancava poco alla fine dell’anno scolastico e si rifugiò come
sempre in biblioteca in mezzo a migliaia di libri. Avrebbe
potuto leggere tutto il pomeriggio.
Si diresse verso lo scaffale in fondo al
corridoio, quello un po’ nascosto ma pieno zeppo di libri.
Scorse
velocemente i titoli, tutti in latino… no niente latino.
Poi fu colpita dal
dorso della copertina di un libro. Era di colore rosso scuro misto al verde e al
color oro. Lo prese tenendolo stretto a sé come se avesse scovato un tesoro e
si accomodò al tavolo della sala lettura.
Aprì il libro.
Cercò di leggerne il
titolo ma le lettere si accavallavano, sembravano farfalle volteggianti, si
mescolavano. Alla pagina successiva lesse le prime parole.
Con calma chiuse gli
occhi mentre sentiva che gli scaffali attorno a lei erano in movimento. I libri si erano messi
in fila uno sull’altro per formare una scala e lei iniziò a salire i
gradini-libri uno alla volta.
La bibliotecaria affermò di essere stata l'ultima persona ad averla vista mentre cercava un libro, poi più nulla.
La bibliotecaria affermò di essere stata l'ultima persona ad averla vista mentre cercava un libro, poi più nulla.
Azzurrocielo
Bravissima. Tu sei specialista in queste trance seminere e semisuspence. Vai tranquillo a leggere, ti sembra una storia banale ma poi...zac! cade un fulmine improvviso e tutto cambia.
RispondiEliminaQuasi quasi ti mordo la capoccia (capoccia = testa a Roma, non equivocare come ho fatto io, capito?). Dove eravamo rimasti? Ah sì, alla capoccia. Perché proprio alla capoccia, chiederai tu? Perché come minimo è la seconda o terza volta che mi freghi...così, molto benevolmente, sorridendo prima e dopo il mozzico.
Ciao.
ah ah ah ah mi diverto moltissimo a scriverli
EliminaNon sbagli un colpo Azzurrocielo!
RispondiEliminaSempre racconti che sembrano partire in sordina e poi... botto finale!
Mi piace!!!!!!
Già ... non mi piacciono i racconti ovvi, che quando li inizi sai già la fine
EliminaBellissimo racconto con finale a sorpresa!
RispondiEliminaUn abbraccio da Beatris
Grazie!! Sei sempre molto gentile!
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