Adelmo si svegliò di soprassalto.
‘Stamattina non ha suonato, devo decidermi a comprarne una nuova.
Maledetta sveglia’ brontolò infilandosi le ciabatte.
Entrò in cucina contrariato,
armeggiò con la moka per il caffè.
Doveva sbrigarsi.
Era tardi, rischiava di perdere
il treno, e in questo caso non sarebbe arrivato in orario in ufficio: in 35
anni di lavoro mai successa una cosa simile.
Caffè bollente, poi la cura della
persona, la scelta della cravatta, la ventiquattrore, uno sguardo all’appartamento
per la conferma che tutto fosse in ordine, prima di chiudere la porta di casa.
Si incamminò velocemente verso la
stazione. Zampettava più in fretta possibile, grassottello e con le gambe
corte il risultato era un grottesco saltellio
Arrivò in stazione sudato, con un
fazzoletto asciugò la fronte e si diresse al binario, accertandosi dal grande
orologio appeso che il treno non fosse ancora arrivato in stazione.
Attese qualche minuto poi vide il
convoglio in lontananza che sopraggiungeva ad alta velocità come se non dovesse
fermarsi.
Infatti frenò bruscamente con uno
stridio di freni e Adelmo si affrettò a salire non appena si spalancarono le
porte del vagone.
Notò solo in quel momento che, a
differenza di tutti gli altri giorni, non c’erano persone che si accalcavano
per occupare i posti liberi .
In realtà quel giorno Adelmo era
il solo, unico passeggero.
Si sedette nello scompartimento
deserto e si concentrò. No, non era domenica. Aveva una riunione importante, proprio
quel giorno, organizzata a metà mattina.
Adelmo era sempre più sconcertato dall’assenza di altri pendolari .
Adelmo era sempre più sconcertato dall’assenza di altri pendolari .
Guardò fuori dal finestrino il
paesaggio scorrere mentre il treno viaggiava velocissimo.
Vide la prima stazione di
sfuggita perché il convoglio non accennò a fermarsi come era previsto.
‘ Così almeno non perdiamo tempo dato che non ci sono passeggeri in
attesa sul binario’ pensò.
Quando il treno non si fermò
neppure alle stazioni successive, l’inquietudine prese il sopravvento nell’animo
tranquillo di Adelmo.
Si alzò e percorse gli
scompartimenti vuoti sempre più velocemente.
Il rumore del treno sferragliante
sulle rotaie ora aveva assunto un aspetto sinistro.
Adelmo arrivò quasi correndo alla
porta della motrice. Bussò ma aprì senza neppure aspettare la risposta.
Vuota.
Deserta.
Ai comandi e alla guida del treno
non c’era nessuno. Azzurrocielo