In treno c’era silenzio, mentre il paesaggio fuori dal finestrino scorreva veloce. L’anno appena trascorso era stato molto intenso e Alex ritornò col pensiero a quel giorno di ottobre.
Era molto felice per l’inaugurazione della sua prima mostra,
piacevolmente impegnato a stringere mani e sorridere a complimenti di
sconosciuti.
Fra i presenti all’evento c’era anche un suo amico
d’infanzia che gli si avvicinò con un bicchiere di aperitivo :
<< Allora, che ne dici, Alex? Soddisfatto?>>
<< Certamente. Non pensavo sarebbe arrivata tanta
gente>>
<< Te lo avevo detto, no?! >> continuò l’amico
<< una pubblicità giusta e i visitatori arrivano. Poi le tue sculture
faranno il resto, il talento non ti manca >>
<< Lo spero. Sai com’è, non mi dispiacerebbe diventare
famoso>> sorrise Alex con una pacca benevola sulla spalla dell’amico.
<< Piuttosto Alex hai visto che stasera hai fatto
colpo? >> e con un cenno del capo l’amico gli indicò una ragazza in piedi
all’angolo della stanza.
Alex si voltò e la vide.
Insignificante.
Occhiali, taglio di capelli poco curato, vestito decisamente
inadatto alla serata.
<< Ma sei matto! Con quella non andrei neppure…
neppure… ma proprio da nessuna parte. Ma l’hai vista?!>> si infervorò
Alex.
<< Vabbè dicevo per dire. Non ti ha perso di vista un
solo istante. Le piaci. Si, decisamente sei il suo tipo >> rise l’amico
allontandosi per salutare una coppia di conoscenti.
L’amico di Alex aveva avuto ragione riguardo al talento e
alle sculture. Ci furono altre richieste per mostre, conferenze stampa,
interviste per la televisione.
E lei, la ragazza insignificante era sempre presente in
prima fila.
All’inizio questo comportamento lasciava Alex indifferente
ma quando lei si fece coraggio parlandogli, mandandogli fiori e seguendolo
ovunque, Alex iniziò ad essere infastidito di tutte quelle attenzioni. Lei lo
aspettava sulla porta di casa a qualunque ora lui rientrasse ed era ancora lì quando lui usciva. Gli
telefonava ogni ora nonostante lui cambiasse regolarmente numero, gli inviava
biglietti d’amore, inviti a cena.
<< Che brutto periodo. Era una
persecuzione >> pensò ora Alex . Il paesaggio fuori dal finestrino del
treno aveva l’alone rosaceo del tramonto. Alex si immerse di nuovo nei ricordi.
Calpurnia, pure il nome di quella ragazza era orribile. Si
presentò una sera nel ristorante dove Alex cenava in compagnia di un’avvenente
donna e si sedette al tavolo accanto a loro. Per tutta la serata Alex sentì il
suo sguardo fisso su di lui. Era una presenza assillante, ingombrante e lui si
sentiva perseguitato.
Ne parlò una sera al suo amico. Era disperato perché doveva
assolutamente allontanare Calpurnia dalla sua vita. Per sempre.
<< Esiste solo un modo per il “per sempre” >>
gli disse l’amico mentre fissava il bicchiere col drink in mano.
<< Cioè? >> chiese Alex pur immaginando la
risposta.
<< Un lavoro pulito. Un tizio che vedrai un paio di
volte, fa quello che deve e sparisce >> l’amico gli sorrise << Puff
e problema Calpurnia risolto. Pensaci
Alex e fammi sapere>>
<< Ok . Va bene >>
<< Alex sei proprio sicuro? Poi non si torna indietro
>>
<< Lo so, ma voglio che si risolva questa situazione
in modo definitivo e non vedo altra possibilità >>.
Si sistemò meglio sul sedile del
treno, ripensò all’incontro con il signor B l’uomo che lo avrebbe liberato dal
suo problema Calpurnia, gli chiese qualche dettaglio e gli diede un anticipo
sul cospicuo compenso richiesto.
Ora al controllore del treno
consegnò i biglietti. Guardò la propria immagine riflessa nel finestrino.
Durante una sua mostra Alex vide Calpurnia aggirarsi come
sempre fra i visitatori e poco distante il signor B confuso in gruppetto di
persone. Cercò il suo amico per fargli notare che la situazione era sotto
controllo, ma l’amico gli mise in mano un ritaglio di giornale accuratamente
ripiegato.
Dopo qualche giorno Alex volle incontrare il signor B perché
aveva intenzione di dirgli che il loro accordo sarebbe finito lì, che aveva
esagerato, perchè poi non era un così grave problema, Calpurnia. Sfoderò
un sorriso conciliante ma Alex dovette
dargli tutto il compenso pattuito.
<< In realtà >> gli disse il signor B con aria
sfrontata << non avrei portato a termine il mio lavoro. Voglio Calpurnia
per me. La corteggerò e ho intenzione di conquistarla>>
Eh no, questo Alex non poteva permetterlo. Lo seguì con l’auto
e mentre sfrecciavano su una strada di campagna fu facile farlo sbandare e farlo
finire fuori strada. L’auto prese fuoco. Alex si accertò che il signor B fosse
rimasto intrappolato all’interno dell’abitacolo. Il problema era risolto.
La vita di Alex da quel momento cambiò. Decise di darle una
svolta importante, si dedicò alla propria arte ma non solo.
Il treno rallentò in prossimità di
una stazione. Alex prese dall’ultima pagina del libro che aveva sul tavolino
quel ritaglio di giornale che gli diede un giorno il suo amico. Rilesse il
titolo a caratteri cubitali perchè era quello che gli interessava. “Calpurnia G. la nuova ereditiera dopo la
morte del padre… “
La ragazza che si era assopita
appoggiata alla spalla di Alex si svegliò.
<< Calpurnia, amore mio, hai
riposato bene? >> le chiese premuroso Alex dandole un bacio sulla
fronte
Azzurrocielo
Posso dire una parolaccia? Ma che bast...o!
RispondiEliminaSapendo che era straricca non imoortsva più se era brutta d sciatta..
Bel racconto azzurrocielo!
eh già....sai com'è certe cose si superano....
RispondiEliminaMa brava "bnn", hai imparato bene la tecnica del suspence.
RispondiEliminaAvevo dato la giusta importanza al ritaglio di giornale furtivamente infilato nella mano di Alex dal suo amico e c'ero arrivato un attimo prima della tua conclusione. Ma il racconto è azzeccato in pieno. Complimenti.
Grazieeeeeee!!!!!! Immaginavo che il particolare del giornale non ti sarebbe sfuggito
RispondiEliminaBrava Azzurrocielo, bel racconto!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona giornata da Beatris
Grazie cara!!!!!
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