Lo sguardo va oltre
il davanzale della mia finestra. Il cielo è di un colore azzurro e grigio
mescolati nella foschia di novembre.
Nel giardino della
casa di fronte la donna raccoglie un tappeto di foglie secche e aghi di pino,
caduti durante la notte e, come ogni mattina, sul davanzale della camera da
letto ha sistemato i cuscini per arieggiarli.
Mentre lei ripete
movimenti ritmici col rastrello, suo marito è seduto sulla sedia di plastica
bianca e fuma una sigaretta.
Un sonaglio di
conchiglie appeso alla finestra crea un tintinnio continuo che segue il debole
movimento del vento.
I rumori ovattati
sembrano rallentare il tempo.
L' albero, quello
più imponente del mio giardino, ha perso quasi tutte le foglie e quelle poche
rimaste hanno un colore caldo che va dalla tonalità del giallo tenue al rosso
acceso.
Unica nota di
colore diverso è lei, quella piccola fogliolina verde che rimane caparbiamente
attaccata al tronco come se non volesse lasciarsi scivolare nell'autunno.
Osservo la donna
che posa il rastrello e si guarda attorno indecisa su cosa fare.
Manca ancora tempo
all'ora di pranzo e può, quindi, respirare prima di chiudersi in cucina.
Decide di
spazzolare il prato. Lo fa in modo meticoloso con la scopa di setole morbide
simile a quella che, di solito, usa per il pavimento di casa.
La passa sull'erba
tagliata a fine estate, con energia e dolcezza, come se la stesse pettinando.
Nessuno noterebbe qualcosa di inconsueto in quei gesti all'apparenza monotoni.
Nessuno.
Tranne me.
Perché lei sussurra
al prato parole dolci, a volte sono ninna nanne o filastrocche.
Lo fa sottovoce,
talmente tanto che il marito pescatore, immerso nei suoi pensieri di mare, non
sente o non vuole ascoltare.
La donna riempie il
sacco di foglie secche sbriciolandole fra le dita.
Via, via, deve
lavorare in fretta se vuole mettere
tutto in ordine, pur assaporando
questi momenti che sono solo suoi.
La osservo mentre
protegge il cespuglio di azalea dall'arrivo del freddo, annaffia i ciclamini, guarda
con interesse una solitaria margherita spuntata a fianco del grande sasso su
cui ora siede e, abbraccia con lo sguardo, il suo giardino.
La donna poi guarda
con attenzione il mio grande albero, si avvicina e, sono certa che gli stia
sussurrando parole dolci.
Sono gelosa.
Quello è il mio albero. E' un olmo secolare.
L'ho visto mutare
il colore delle foglie ad ogni stagione e quello è il MIO albero che quantifica
il tempo che passa.
Non so cosa gli
stia dicendo la donna, ma sono certa di non essere contenta di questo suo
comportamento.
Immobile, la guardo
mentre é sempre più rasente l' albero. Ora temo che lo abbracci e posi le sue
labbra sul tronco rugoso.
Chiudo gli occhi.
Il vento silenzioso
fa danzare dolcemente i rami dell'olmo.
Vorrei che la donna
tornasse al suo giardino.
La fogliolina verde
è ancora aggrappata al ramo.
Il marito perso nei
suoi pensieri di mare, fuma un'altra sigaretta.
L'albero fa uno
strano movimento come se deglutisse qualcosa, poi ritorna immobile.
La donna è sparita.
Nell' albero.
Ne sono certa.
Azzurrocielo
E brava AzzurroCielo! Il tuo finale a sorpresa mi ha bruciato il tuo bel raccontino. Sembrava bellino ma monotono. Invece, un chiuder di occhi (i tuoi) per un attimo e zac! Il quadro cambia: la donnina misteriosa che parlava alle piante è sparita e l'olmo non se l'è pappata, ma lei di sicuro se l'è inghiottita lui, l'olmo capace di masticare in assoluto silenzio.
RispondiEliminaVeramente notevole. Non è il primo che leggo nel '18 dei miei amici follovers. Cosa è successo a capodanno, avete inghiottito un peperoncino rosso tutti quanti?
l'ho volutamente reso banale per arrivare al finale un pò più movimentato... e dire che io amo gli alberi!
EliminaCapperi! Me l'ero perso!!!!!
RispondiEliminaNotevole davvero!
Mi hai però fatta pensare ad una cosa :) quella donna che vuole sparire nell'albero, perchè è lei che vuole farlo secondo me, noi due la conosciamo? ;)
Un bacione e complimenti
può essere Patri...chissà a volte l'inconscio lavora per conto suo
EliminaSe lo avessi scritto io sarebbe stato lampante :)
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