Ribloggato da unazzurrocielo.blogspot.it 31-05-2015
Quel pomeriggio d' inizio estate l'aria era particolarmente calda e umida.
Dalle persiane semi accostate della camera da letto non entrava altro che
qualche folata di umidità. Neppure la pala che girava sul soffitto portava
alcun refrigerio.
Si era sdraiata sul letto con un libro da leggere in mano: amava quelle ore
che erano solo per lei.
Nel silenzio di quel pomeriggio afoso, sentiva il rumore di sedie e tavolini
che suo marito stava sistemando durante la pausa nel loro bar trattoria al
piano terra .
La storia che lei stava leggendo era avvincente e, nonostante il fastidio che il
caldo le procurava, non aveva intenzione di chiudere il libro.
Fuori c'era un silenzio perfetto, solo il rumore costante del fiume che scorreva
poco distante da lì, le dava l'impressione che in realtà il tempo non si fosse
fermato e i minuti e le ore scorrevano lente, ma scorrevano…
All'improvviso, un fruscio, un enorme amplificato fruscio...
Si fermò un attimo in ascolto, cercando di capire l'origine di quell'insolito
rumore.
Non aveva voglia di alzarsi per arrivare alla finestra, ma la curiosità era più
grande…. Spalancò le persiane e guardò il paesaggio che si presentava
dinanzi al suo sguardo.
Guardò e riguardò da sopra il pergolato di lillà e girò
lo sguardo da sinistra a destra soffermandosi su ogni casolare .. tutto era
tranquillo; al centro, il campo di girasoli dominava la visione di quel
pomeriggio in apparenza calmo e silenzioso.
Ritornò a sdraiarsi sul letto e cercò di riprendere la lettura del libro.
Gli occhi le si chiudevano e il caldo era davvero insopportabile.
Nel silenzio si sentì il suono insistente di una sirena di ambulanza che stava
avvicinandosi.
Si alzò a piedi scalzi si affacciò alla finestra e vide un gruppetto di persone
che erano accanto all'ambulanza ferma al cancello della casa a sinistra, al
limite del bosco.
Osservò i girasoli .
Osservò i movimenti del personale
sanitario, osservò le persone che se ne andavano scuotendo la testa; cercò di
capire chi fosse sulla barella che veniva caricata sull'ambulanza.
Il giorno dopo al bancone del bar la gente commentava quanto era successo
il pomeriggio precedente: la morte inaspettata di un loro compaesano era
motivo di chiacchiere ovvie e altrettanto inutili e la frase con la quale ognuno
terminava di raccontare la triste vicenda era che, in fondo, il poveretto era
fortunato perché non si era accorto di nulla.
Nei giorni seguenti il caldo non accennava a diminuire, l'afa rendeva ogni
giornata pesante, già dal mattino.
Ormai era consuetudine che al pomeriggio si riposasse in camera cercando
un po' di fresco.
Di nuovo sentì quell'enorme, ingombrante fruscio, di nuovo si alzò e si recò
alla finestra per capire cosa lo avesse provocato, di nuovo dopo poco sentì il
suono della sirena dell'ambulanza che si fermò davanti alla casa bianca con le
persiane rosse sul lato destro del bosco.
Un'altra persona che se n'era andata in silenzio.D
opo qualche giorno ancora
un'altra .
Ma in tutta questa vicenda c'erano strane coincidenze, c'era un qualcosa che
si ripeteva ogni volta, ma che ancora non riusciva a mettere a fuoco
...pensare … pensare… doveva pensare perché doveva capire quale fosse il
tassello mancante in questo triste susseguirsi di eventi simili.
Improvvisamente nella mente le apparve un'immagine: il campo di girasoli !
Ripensò agli eventi dell'ultima settimana, ripensò al fruscio, ripensò al campo
e si rese conto che ogni volta tutti i girasoli erano girati verso la casa con
l'ambulanza al cancello… no impossibile, quale razionale legame ci potesse
essere tra i girasoli del campo che si voltavano tutti insieme verso la casa
nella quale dopo poco moriva qualcuno, no, neppure lei poteva immaginare
fosse possibile.
Di nuovo il fruscio e questa volta correndo alla finestra sapeva che,
guardando nella direzione in cui erano rivolti i girasoli avrebbe capito dove si
sarebbe fermata l'ambulanza.
Per giorni cercò di non pensare a questa strana situazione e non ne parlò
neppure a suo marito, lei stessa non sapeva dare una spiegazione razionale
ma proprio per questo ne era anche spaventata.
Finché quel pomeriggio lo sentì di nuovo: il fruscio dei girasoli che si giravano
tutti nello stesso istante… corse alla finestra e per un attimo rimase incredula
e impaurita: i girasoli del campo erano tutti ordinatamente girati verso la sua
casa. No, non può essere… no … no… no...
Corse giù per le scale urlando il nome di suo marito... ma l'unica risposta che
ricevette fu un muto terrificante eloquente silenzio.
ci sono parole che volteggiano come farfalle si mettono in fila e diventano pensieri
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venerdì 5 maggio 2017
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me lo ricordo Azzurrocielo!
RispondiEliminaMi era paciuto allora e mi piace ancora oggi!
Bentornata, stella!
SMACK!
EliminaSto facendo un pò di pulizie di primavera nel blog. dall'altro trasferisco qui
EliminaDi qui o di là... torna! :) Bacio!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMi ha incuriosito il fatto che tu sia entrata tra i miei follower's in punta di piedi, quasi di nascosto senza commentare un bel nulla. Chi è costei?
RispondiElimina(Mi sento quasi Don Abbondio alle prese col suo Carneade)
Costei, istintivo, e non costui, perché solo una donna sa rimanere in un angolo senza starnazzare e soprattutto senza commentare alcunché.
Una donna che scrive racconti triller. Sei la prima che incontro. Hai una qualità, te lo dico subito: lasci la bocca amara. Buon segno. Lo dico anche perché mi conviene. Io ho pubblicato due romanzi, che non erano triller, non erano neri come molti hanno creduto, solo perché avevano un finale -due finali cioè- impossibile ed impensabile. Ma io, ti giuro, che avevo pensato entrambe le volte prima al finale, poi venne il resto, cioè tutto il "prima e durante".
I girasoli che si girano non verso il sole, ma verso la morte. Idea macabra ma avvincente. Sono loro i tuoi protagonisti, anche questo è buono, niente persone viventi ma piante semoventi. E poi il finale che non finisce mai. Che vuol dire che la gente se ne viene a distendere le cuoia proprio lì? La maledizione dei girasoli? Da qui l'amaro in bocca, che è l'attesa del botto finale che non avviene.
Complimenti.
eccomi qua. a volte leggo nei blog altrui ma non commento. Non per chissà quale motivo, mancanza di tempo ... ma non mancherò di lasciare commenti ho bisogno di tempo.
RispondiEliminaIo pure ho pensato questo racconto partendo dal finale e costruendoci una storia andando a ritroso.
Grazie