La
vita tra i molti regali, me ne ha fatto uno grande: un papà. Un padre che, per l’educazione
ricevuta nella sua generazione, si è sforzato di avere un dialogo con noi
figli. Capisco che per lui cresciuto in un’epoca in cui i bambini (quasi
fossero accessori di serie B) non venivano fatti neppure sedere a tavola per il pranzo o la cena
con gli altri famigliari, sia stato un enorme salto educativo, frutto della sua
saggezza.
Si,
mio padre l’ho sempre considerato un “saggio”, uno di quelli che ha sempre
ponderato i pro e i contro di ogni decisione. Nei geni che mi ha trasmesso questa
caratteristica è assente perché io sono istintiva all’ ennesima potenza, ma lo riconosco
e mi sforzo di appropriarmi di questa sua qualità.
Mi
ha insegnato il valore dell’onestà, della coerenza dei propri principi.
Mi
ha insegnato a non “essere pecora”, a non seguire la massa, ma portare avanti
le mie idee e convinzioni sempre e comunque, anche quando queste possano
diventare uno svantaggio. <<L’importante è potersi guardare allo specchio
ed essere fieri delle proprie azioni >> ha sempre sostenuto.
Tuttavia,
in questo periodo, mio padre ottantenne con la vista ridottissima, rimasto solo
senza mia madre da quattro anni, riesce a fare trasformare me stessa in
“padre-madre” di “mio padre”.
Ogni
tanto mi trovo a doverlo riprendere per qualche comportamento avventato, come
andare in bicicletta in pieno inverno quando la strada è ghiacciata col rischio
che, cadendo, si rompa un femore o qualche altro osso, evento fortemente sconsigliato per lui che ha
pure l’osteoporosi! Niente da fare, non si convince. Continuo a dirgli che è
pericoloso, che le conseguenze di una caduta potrebbero essere invalidanti per
la sua età, ma queste argomentazioni sono troppo soft.
.
Capisco
che mantenere una propria autonomia sia importante, ma ci sono alcune cose per
le quali è bene che si faccia aiutare.
Piccoli
capricci dell’età. Li definisco così in
modo benevolo, quelli di un padre ottantenne che fanno anche tenerezza perché
ti rendi conto che il detto popolare “la
vita è una ruota che gira” ha un fondamento anche in questa inversione di
ruoli. I figli che diventano padri-madri dei loro stessi padri.
Azzurrocielo
foto: https://pixabay.com/it/vecchiaia-i-giovani-la-mano-nonna-360714/
Già.. la vita è proprio una ruota che gira. Si parte e si ritorna al punto di partenza. Cambiano i protagonisti a volte.
RispondiEliminaSo di cosa stai parlando. Mamma ne ha 82 compiuti, la suocera ne farà 90 tra poco più di un mese. E io incomincio ad essere vecchia e stanca a star dietro a mamma. La sucocera è alla casa di riposo da anni a causa di un alzeimher esploso 18 anni fa e non è proprio gestibile da persone non capaci come posso essere io.
Mamma...
ma sei sicura che abbia fatto la polmonite a gennaio? Era bronchite... ma come mai ho fatto la polmonite? Non l'ho mai presa....
Così... tutto il giorno, senza contare che mi toglie le cose che devo usare... era la carne del cane ma invece che nel contenitore è finita sul tavolo perchè lei il contenitore appena messo lo ha tolto..
24 ore su 24
Pazienza? Ormai sono sottozero!
Bacio stella!
e ce ne vuole tanta, di pazienza!
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